Curiosità sul cavolo, l’ortaggio dei Romani

Curiosità sul cavolo, l’ortaggio dei Romani

Curiosità sul cavolo, l’ortaggio dei Romani

Il cavolo era conosciuto già ai tempi degli antichi romani, che prima ancora di apprezzarlo per il suo alto valore nutritivo, lo consideravano un ottimo medicinale nonché panacea di molti mali. Si racconta che per secoli i romani usarono quasi esclusivamente il cavolo come pianta medicinale per curare molteplici malattie o disturbi, quali dolori articolari, infezioni, insonnia, mali di vecchiaia e per mantenere un buono stato di salute generale.

Questo preziosissimo ortaggio era all'epoca come oggi molto apprezzato anche come pietanza per le sue proprietà purificanti, disintossicanti, sgonfianti. Il popolo consumava ogni parte del cavolo, mentre i più ricchi mangiavano le parti più gustose, cioè i germogli freschi e il fusto.

Sicuramente gli antichi romani ci avevano visto giusto e la loro considerazione per il cavolo non era affatto esagerata. Molti studi recenti affermano l’importanza del suo utilizzo in cucina per la forte presenza di vitamina C e carotene, di cui proprio il cavolo risulta essere l'ortaggio che ne è in assoluto più ricco. Questo ortaggio contiene inoltre molti minerali amici della salute quali potassio, calcio e fosforo. Buono è anche il contenuto di acido folico, vitamina A e K.

Ma ciò che conferisce davvero al cavolo proprietà benefiche, al centro di molti studi scientifici, è la notevole presenza di antiossidanti, tra cui la quercitina e altri flavonoidi. Tutti questi composti contribuiscono all’attività antiossidante, anticarcinogenica e protettiva cardiovascolare, propria delle verdure della famiglia delle Brassicaceae.

Quindi il cavolo costituisce un alimento davvero insostituibile per proteggere le cellule del nostro corpo dall’invecchiamento.

Sai che con un po' di aceto o di limone, l’odore...

L'unico aspetto negativo del cavolo sembra essere lo sgradevole odore che si diffonde in casa quando lo si cuoce; per attenuare fortemente questo inconveniente, si può adottare un semplice trucco: basta infatti mettere nella pentola un cucchiaio d'aceto, oppure del succo di limone, per limitare lo spiacevole aroma di zolfo.

Curiosità…

Catone il Censore, politico ma anche igienista, era un forte sostenitore del cavolo, tanto che nel suo De Agricoltura (158 a.C.) afferma con decisione le sue capacità curative. Nelle sue prescrizioni mediche Catone lo consigliava contro le malattie degli occhi, nelle lussazioni, nelle fratture e nelle ferite. Per problemi all’udito, la sua ricetta consisteva nel triturare le foglie del cavolo nel vino e di far cadere qualche goccia della miscela ottenuta nell’orecchio. Contro l’herpes invece consigliava di applicare piccole striscioline delle foglie, e contro la depressione o l’insonnia di mangiare prima di cena il cavolo condito con l’aceto. Non abbiamo verificato tali indicazioni, ma è di buon auspicio il fatto che egli stesso morì a più di ottant’anni, in un’epoca in cui l’aspettativa di vita era ferma a 35.

 

Per saperne di più sull’alimentazione degli Antichi Romani, vi consiglio questo link, dove potrete leggere dei divertenti fumetti insieme ai vostri bambini:

http://www.pompeiitaly.org/it/junior/pompei-junior-cosa-mangiavano-i-romani/

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